L’incredibile storia del calciatore che non ha mai giocato una partita

Non ha mai giocato una partita eppure il calciatore Carlos Henrique Raposo, meglio conosciuto come Kaiser (per la sua somiglianza con Beckenbauer), in oltre 20 anni di “carriera” ha fatto parte della rosa dei più importanti club brasiliani (Botafogo, Flamengo, Bangu, Fluminense, Vasco da Gama) oltre che di alcuni club esteri (Puebla in Messico, Ajaccio in Francia e El Paso negli Stati Uniti).
I suoi amici lo hanno soprannominato il Forrest Gump del calcio brasiliano e in effetti la sua incredibile storia è degna della trama di un film di successo.

Carlos Kaiser riesce nella sua straordinaria impresa sfruttando le sue doti caratteriali, tra cui una incredibile faccia tosta e una notevolissima capacità di fare rapidamente amicizia con chiunque.
E’ un giocatore molto scarso, quindi lavora sul personaggio: veste bene, frequenta i posti giusti e gira con un telefono portatile (in un’epoca in cui i cellulari erano alla portata di pochissime persone, poi si scoprirà essere finto) fingendo di parlare con dirigenti stranieri pronti a ingaggiarlo.
Inizia a frequentare diversi importanti calciatori brasiliani, tra cui Carlos Alberto Torres, Rocha, Mosè, Tato, Renato Gaúcho, Ricardo Rocha, Romário, Edmundo, Gaucho, Bianco, Maurice … e tanti altri.
Il suo scopo viene facilitato dalla mancanza di informazioni, erano gli anni ’80 e i media non erano ancora sviluppati come oggi.
Carlos, ogni volta che un suo amico calciatore veniva ingaggiato da qualche Club, sfruttando la sua influenza riesciva a far inserire nel contratto una clausola, vincolante, che prevedeva anche il suo ingaggio.

“E’ un mio amico, una grande persona… Il suo problema era la palla (ride). Non l’ho mai visto giocare. E’ il Forrest Gump del calcio brasiliano…” lo descive così Ricardo Rocha.

Kaiser come calciatore era credibile, alto e con fisico atletico, il problema sopraggiungeva quando doveva entrare in campo, ecco allora le sue soluzioni: la finzione di continui infortuni utilizzando falsi certificati medici oppure l’aiuto di un compagno complice per procurargli un provvidenziale infortunio durante l’allenamento.
Poi, per far dimenticare l’accaduto, organizzava festini a luci rosse per la gioia di squadra, tifosi e giornalisti che scrivevano articoli in cui ne parlano in maniera molto positiva.
Ai giornalisti, Kaiser, ha dedicato sempre un’attenzione particolare distribuendo magliette del club e passando qualche informazione riservata, la stampa ha sempre ricambiato presentandolo in maniera completamente opposta a quello che era realmente, come possiamo vedere dal ritaglio di giornale seguente:

kaiser-articolo-giornaleEppure una volta il suo bluff rischiò di essere scoperto: l’allenatore del Bangù, forse sospettoso del suo atteggiamento, lo mandò in campo nel secondo tempo di una partita. Carlos Kaiser non si scompose e trovò subito una soluzione, si rivolse con pesanti attacchi verbali ad un tifoso accusandolo di aver insultato il suo allenatore ottenendo così il risultato sperato, cartellino rosso ed espulsione.

Kaiser ha concluso la sua carriera all’età di 39 anni nell’Ajaccio, club di seconda divisione in Francia, dove rimase per diversi anni. Nell’Ajaccio ha giocato, ma non più di 20 minuti a partita e per un paio di volte in tutta la stagione.
Oggi Carlos Kaiser ha 48 anni e vive a Rio de Janeiro dove svolge l’attività di personal trainer.